Descrizione
“Tutti gli uomini ricchi e potenti hanno un segreto nascosto e inconfessabile, nessuno escluso”. Questa affermazione pronunciata quasi per caso in un esclusivo club parigino è l’antefatto di una storia che ha origine agli inizi dell’Ottocento, con una bizzarra quanto spregiudicata scommessa tra due personaggi: un ricco conte francese e un potente banchiere napoletano di origini ebraiche. A prima vista sembrerebbe una disputa goliardica tra due inseparabili amici di mille avventure ma poiché le cose non sono mai come sembrano, la scommessa darà il via a una serie di delitti che richiederanno l’intervento del più abile investigatore della Real gendarmeria borbonica, il giovane tenente Camillo Del Giudice e del suo vice, l’alfiere Antonio Moscato. Toccherà infatti ai due giovani ufficiali di Ferdinando II dipanare l’ingarbugliata matassa di rancori, tradimenti e tornaconti personali che sembrava dimenticata sotto la polvere degli anni e che invece ritorna improvvisamente sulla scena per opera di una fantomatica confraternita di nobili cavalieri francesi che si richiama a San Martino di Tours.
Aldo Vetere: Napoli, 1942. Ha studiato a Napoli dove, dopo una attività di collaborazione giornalistica freelance, ha lavorato per un’importante azienda di credito meridionale ricoprendo incarichi dirigenziali in Italia e all’estero. Appassionato da sempre di narrativa e della “storia di Napoli”, per questa casa editrice ha pubblicato: Il fiore della ginestra (2014) e Le sei mosse del pettirosso (2016) con il quale ha vinto il premio nazionale “Letizia Isaia” per la sezione “Romanzo Giallo”. Sempre nel 2016 ha inoltre pubblicato il racconto breve Ignazio e la farfalla. Con Il seme di picche si conclude la trilogia del “noir borbonico”.
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